Nancy Stark Smith, danzatrice e coreografa, lascia in eredità al mondo della danza la sua poetica del contatto e l'idea post-moderna di corpo pensante.
Si è spenta lo scorso 1° maggio all'età di sessantotto anni a causa di un cancro Nancy Stark Smith, danzatrice e coreografa statunitense nonché fondatrice della contact improvisation insieme a Steve Paxton. I due si erano incontrati nel 1972 durante di un seminario tenuto da Paxton all’Oberlin College (dove Nancy studiava) sulla sua prima coreografia di contact, il balletto Magnesium.
Da allora avevano cominciato a lavorare insieme e lei aveva deciso di dedicare la sua carriera alla contact viaggiando in tutto il mondo per diffondere quella nuova forma di danza e creando nel 1975 anche Contact Quarterly, giornale internazionale sulla danza e l'improvvisazione, che continua le sue pubblicazioni ancora oggi.
La contact improvisation e la poetica del contatto
La contact improvisation, di cui Steve Paxton e Nancy Stark Smith erano stati pioneri, è una tecnica di danza basata sul contatto tra due o più corpi. Essa è costruita sulle leggi della fisica che regolano il moto e da cui scaturisce una varietà di forme di improvvisazione. Il contatto, da sempre attribuito all’intimità fisica o alla violenza, assume così la valenza di un linguaggio ben preciso, di una forma di comunicazione che appartiene alla sfera emotiva e psico-fisica dell’individuo.
Dal tocco scaturisce una relazione basata sul sentire l’altro e sul fidarsi dell’altro, pur restando un corpo e una mente autonoma. La contact non poggia su strutture gerarchiche ma asseconda la dinamica attraverso la propriocezione e la consapevolezza dello spazio circostante. Ne deriva una vera e propria poetica del contatto che costituisce il messaggio che Nancy ha cercato di diffondere per tutta la vita. È l’eredità più preziosa dell’era post-moderna della storia della danza, quella dell’idea di un “corpo pensante”. Che il mondo della danza sappia custodirla e mantenerla sempre in vita.